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      Oncologia ed Ematologia

      Le aree terapeutiche di Oncologia ed Ematologia

      In Janssen ricerchiamo nuove terapie affinché, in futuro, la parola “cancro” possa essere meno terribile da sentire per i pazienti e da pronunciare per i medici. Abbiamo l’obiettivo di far progredire la scienza in modo che il cancro diventi una condizione gestibile e con prospettive di cura.

      Il nostro impegno nella ricerca di farmaci per il trattamento del cancro ha cominciato a dare i primi risultati fin dal 1988 e i nostri sforzi continueranno finché questo futuro non sarà realtà. Ogni paziente malato di cancro intraprende un percorso unico nel suo genere con grandi e piccole battaglie da vincere lungo il cammino. Aiutarli e aiutare le persone che li sostengono nell’affrontare queste sfide dando loro speranza, rappresenta per noi di Janssen una missione e un privilegio.

      Ci concentriamo sullo sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative per bisogni clinici attualmente senza una risposta e su forme di tumore per le quali oggi le opzioni di trattamento sono limitate. La nostra ricerca, però, si spinge oltre: stiamo lavorando su processi di intercettazione precoce del cancro, in collaborazione con partner scientifici di eccellenza e attraverso forme di collaborazioni innovative.

      Per Janssen i pazienti sono al centro e per loro ci dedichiamo a nuove prospettive di cura che possano offrire una migliore qualità della vita. Sono le vittorie quotidiane contro il cancro a dare un senso al nostro lavoro.

      Mieloma multiplo

      Specialisti in Ematologia

      Il Mieloma Multiplo (MM) è un tumore del sangue che ha origine dal midollo osseo ed è caratterizzato da una quantità eccessiva di plasmacellule anomale, che producendo anticorpi (proteine “M”) alterano la normale funzione del midollo e danneggiano le ossa.

      Una parte di cellule presenti nel midollo osseo, e destinate al sistema immunitario, infatti si traforma in globuli bianchi chiamati “linfociti”. Quando i linfociti (di classe B) rispondono a un’infezione, maturano e diventano plasmacellule, producendo anticorpi contro agenti patogeni esterni.

      In sostanza, il Mieloma Multiplo si sviluppa quando le plasmacellule nel midollo osseo, invece di morire, diventano maligne e si moltiplicano, producendo cellule alterate che invadono il midollo e colonizzano anche altre aree dell’organismo.

      Il MM è il secondo tumore del sangue, dopo il linfoma non-Hodgkin, e colpisce generalmente più gli uomini che le donne. L’età media alla diagnosi è di 60-65 anni, anche se l’incidenza della malattia in persone più giovani è in aumento.

      Per maggiori informazioni sul Mieloma Multiplo, visita LMCome.it e Janssen Disease Lens

      Anemia

      Si definisce anemia quella condizione clinica caratterizzata da una ridotta concentrazione di globuli rossi o di emoglobina nel sangue.

      Se il numero di globuli rossi nel sangue decresce, come nel caso di un soggetto anemico, si verifica una riduzione dell’affluenza di ossigeno nel corpo. Per compensare questa carenza, il cuore inizia a battere più velocemente nel tentativo di far circolare nell’organismo un maggior quantitativo di sangue e ossigeno. Ciò produce un maggior affaticamento del cuore, provocando nel soggetto anemico un forte senso di stanchezza e spossatezza, che rende difficile o impossibile lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

      L’abbassamento della quantità di emoglobina del sangue può essere causato da un’emorragia acuta, da una perdita mestruale troppo abbondante o troppo frequente o da un intervento chirurgico.

      L’anemia, in genere, può verificarsi anche in particolari momenti fisiologici, come il periodo dello sviluppo, la gravidanza, l’allattamento o frequentemente nei pazienti affetti da cancro, a causa della malattia stessa o dei trattamenti di radioterapia/chemioterapia a cui vengono sottoposti.

      L’unico modo per diagnosticare questa patologia è fare delle analisi del sangue, individuando il livello di emoglobina.

      Leucemia linfatica cronica

      Curiamo pazienti onco-ematologici

      La Leucemia Linfatica Cronica (LLC) è la forma di leucemia più frequente nei Paesi occidentali (circa il 33,5% del totale delle leucemie diagnosticate).

      Nei pazienti affetti da LCC, i linfociti B, che sono una tipologia di globuli bianchi presenti nel sangue e prodotti nel midollo osseo, non funzionando in modo corretto si moltiplicano in maniera incontrollata, accumulandosi in alcune parti del corpo come linfonodi, midollo osseo, sangue e milza.

      Avendo meno spazio, le nuove cellule sane non riescono a sopravvivere e difendere l’organismo, che così incomincia a manifestare i sintomi tipici della malattia quali anemia, infezioni, emorragie ed ematomi.

      In genere la LCC, che ha un decorso clinico molto variabile, si manifesta soprattutto in pazienti con età avanzata. Basti pensare che l’età media alla diagnosi è di 72 anni e che circa il 10% dei pazienti ha meno di 55 anni1.

      A livello mondiale, l’incidenza della CLL è in crescita tanto negli uomini quanto nelle donne e in Italia, si stima che tale patologia si presenti in 5,6 casi ogni 100.000 uomini e in 4,3 casi ogni 100.000 donne2.

      Per maggiori informazioni sulla Lucemia Linfatica Cronica, visita LMCome.it e Janssen Disease Lens1Fonte: Eichhorst B et al. Chronic lymphocytic leukemia: ESMO Clinical Practice Guidelines for diagnosis, treatment and follow‐up. Annals of Oncology 2011;22 (Supplement 6):vi50– vi54.
      2Fonte: AIRT Working Group. I TUMORI IN ITALIA, RAPPORTO 2006: I dati di incidenza e mortalità dei Registri Tumori generali. e&p 2006;(suppl 2):92‐93. Disponibile on‐line: http://www.registri‐tumori.it/incidenza1998‐ 2002/rapporto/Schede%20specifiche%20per%20tumore/Leucemia%20linfatica%20 cronica.pdf

      Linfoma a cellule mantellari

      Il linfoma a cellule mantellari (MCL) è uno tra i più rari linfomi non Hodking delle cellule di tipo B.

      Al MCL, che rappresenta circa il 3‐10% dei linfomi non‐Hodgkin, è stato attribuito questo nome grazie ai recenti studi che hanno individuato la presenza di piccole cellule linfoidi atipiche, con ampi mantelli intorno ai centri germinali benigni.

      Nel 2008, il MCL è stato identificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) come un sottotipo distinto di linfoma ed è stato incluso nella lista dei linfomi aggressivi.

      Nella maggior parte dei pazienti affetti da MCL, infatti, vi è un decorso clinico aggressivo e, nonostante alcune terapie abbiano dimostrato di migliorare la loro condizione, nessuna di esse offre potenzialità di cura.

      In genere, insorge prevalentemente negli uomini adulti, manifestandosi per la prima volta in una fascia di età compresa tra i 60 e i 65 anni3.

      Per maggiori informazioni sul linfoma a cellule mantellari, visita LMCome.it e Janssen Disease Lens3Fonte: McKay P et al. Guidelines for the investigation and management of mantle cell lymphoma. British Journal of Haematology 2012;159:405–426.

      Leucemia mieloide acuta (AML)

      La leucemia mieloide acuta (AML) è una neoplasia clonale dei progenitori mieloidi che popolano il midollo osseo.

      Gli eventi oncogenici responsabili della trasformazione neoplastica si verificano in fasi precoci dello sviluppo della cellula mieloide, portando alla formazione di una cellula leucemica staminale. Quest’ultima è dotata di alterate capacità proliferative, differenziative e di automantenimento. Il risultato finale è l’accumulo nel sangue midollare e/o periferico di cellule leucemiche dette ‘blasti'.

      Questi ultimi occupano il midollo osseo impedendone la fisiologica funzionalità e determinandone l’insufficienza, portando al corteo di segni e sintomi che caratterizzano la AML.

      Il quadro clinico di un paziente affetto da AML, può essere molto eterogeneo ma comunque riconducibile alla presenza di una pancitopenia: anemia (facile affaticamento, pallore cutaneo) neutropenia (febbre, infezioni) piastrinopenia (sanguinamenti).

      L’incidenza dell’AML è di circa 5 casi ogni 100.000 individui/anno; pur potendosi manifestare in qualsiasi età risulta più diffusa oltre i 60 anni. Le cause responsabili dei danni genomici che inducono allo sviluppo della AML non sono tuttora note. Tuttavia, la classificazione etiologica dell’AML include: AML de novo (insorta come malattia primitiva in assenza di fattori anamnestici predisponenti); AML terapie correlate (insorta in conseguenza ad esposizione ad agenti tossici o terapie antineoplastiche); AML secondaria (insorta come seconda malattia in pazienti con precedenti anamnestici di sindromi mieloproliferative o mielodisplastiche).

      Sindromi mielodisplastiche (MDS)

      Le sindromi mielodisplastiche (MDS) sono patologie acquisite della cellula staminale ematopoietica che presenta alterazioni nei processi di proliferazione e differenziamento.
      A livello midollare, pertanto, si osserva una ridotta produzione di cellule mature con conseguente citopenia periferica (anemia, neutropenia, piastrinopenia) e la comparsa di cellule indifferenziate atipiche (dette blasti) che possono nel tempo aumentare portando anche ad un’evoluzione in leucemia mieloide acuta (AML). Esiste un ampio spettro di presentazione delle MDS che va da forme benigne di lungo e asintomatico decorso a forme rapidamente progressive e fatali.

      L’incidenza di questa patologia è di circa 5 casi ogni 100.000 individui/anno. L’età mediana di insorgenza è di circa 65-70 anni.

      Il quadro clinico di un paziente affetto da MDS, può essere molto eterogeneo ma comunque riconducibile alla presenza di una pancitopenia: anemia (facile affaticamento, pallore cutaneo) neutropenia (febbre, infezioni) piastrinopenia (sanguinamenti).

      L’etiologia delle MDS è tutt’oggi sconosciuta. Tuttavia, le MDS si possono classificare in due gruppi: MDS primitive o idiopatiche (in assenza di fattori anamnestici predisponenti) o MDS secondarie ad esposizione ad agenti tossici o terapie antineoplastiche.

      Tumore della prostata

      Tumore della prostata

      La prostata è una piccola ghiandola del sistema riproduttivo maschile, la cui funzione è quella di produrre un fluido necessario per nutrire e proteggere gli spermatozoi. La crescita della ghiandola prostatica e il suo funzionamento sono guidati dal testosterone, un ormone sessuale maschile.

      Il tumore prostatico è il cancro maschile più diffuso tra la popolazione. La malattia colpisce prevalentemente gli uomini oltre i 50 anni ed è molto eterogenea, comprendendo forme a crescita lenta, che sono la maggioranza e che possono guarire o creare problemi solo dopo anni, o a crescita rapida, dove vengono superati i confini della ghiandola e vi è una diffusione del tumore in altre aree limitrofi o più distanti.

      Per maggiori informazioni sul tumore della prostata, visita ProstataNonSeiSolo.it e Janssen Disease Lens

      Siti per pazienti e caregiver

      Janssen Italia ha pensato e sviluppato dei siti web e delle pagine social per pazienti unici nel loro genere:

      Questi siti web, dedicati all’approfondimento e alla conoscenza della patologia, supportano sia i pazienti sia i caregiver, fornendo loro informazioni e servizi utili come la possibilità di consultare e contattare gli esperti in questi ambiti.