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Che cos'è?
La leucemia linfatica cronica è una neoplasia ematologica caratterizzata dall’accumulo di piccoli linfociti (le cellule che producono gli anticorpi) nel sangue, nel midollo osseo e negli organi linfoidi periferici (linfonodi e milza). Nella leucemia linfatica cronica i linfociti hanno perso la loro funzione fisiologica e non sono non in grado di difendere l’organismo dalle infezioni. Per questa ragione crescono in maniera eccessiva e finiscono per rigonfiare i tessuti in cui si accumulano. Il 95% dei casi di LLC deriva dai linfociti B e solo il restante 5% dai linfociti T.
Quali sono i fattori causali?
Sono conosciuti alcuni fattori causali, quali ad esempio le radiazioni ionizzanti e il benzene. Diversi studi hanno dimostrato che fattori genetici o familiari possono predisporre allo sviluppo della malattia. Nei parenti di primo grado di pazienti affetti da LLC l’incidenza è maggiore rispetto a quella osservata in una popolazione normale di controllo. Inoltre, l’incidenza di questa malattia è molto bassa nelle popolazioni orientali e questa bassa incidenza si conserva anche nei casi di migrazione nei paesi occidentali facendo pensare ad una predisposizione genetica che supera i fattori ambientali.
Incidenza e insorgenza
Tra le forme linfatiche la leucemia linfatica cronica di origine B è la forma di leucemia più frequente tra gli adulti nei paesi occidentali e rappresenta il 30% di tutte le leucemie. L’incidenza annua è pari a circa 5 casi su 100.000 abitanti, con un numero doppio di maschi rispetto alle femmine e con un picco di frequenza attorno ai 60-70 anni. L’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età. In Italia le stime parlano di circa 1.600 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 1.150 tra le donne. La sopravvivenza a 5 anni dopo una diagnosi di LLC è del 74%.