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Che cos'è?
La leucemia mieloide acuta (LMA) è la forma più comune di leucemia nell’adulto e rappresenta circa il 25% di tutte le leucemie. La LMA può insorgere a qualsiasi età, con un picco di incidenza a 65 anni, e la sua frequenza aumenta con l’incrementare dell’età.
Come si sviluppa?
È una malattia che si sviluppa nel midollo osseo e progredisce velocemente, motivo per il quale è definita acuta. Il midollo osseo è un tessuto spugnoso contenuto all’interno delle ossa lunghe e di alcune ossa piatte, dove sono presenti le cellule staminali da cui originano gli elementi corpuscolati del sangue mieloidi e linfoidi. Dalla maturazione e proliferazione dei progenitori mieloidi originano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. La LMA è un disordine mieloproliferativo clonale, caratterizzato da un’alterata differenziazione e proliferazione della cellula staminale emopoietica e delle linee cellulari da essa derivanti.
La LMA è una malattia molto eterogenea, sia dal punto di vista clinico che dal punto di vista molecolare. Può insorgere come forma primaria o “de novo”, cioè a insorgenza primitiva in cui non si conosce la causa primaria, o come forma secondaria, se insorge dopo un disordine ematopoietico precedente, sindrome mieloproliferativa o mielodisplastica, o come conseguenza dell’esposizione a sostanze leucemogene, quali radioterapia e/o chemioterapia.
Qualche numero
La sua incidenza è stimata in circa 3-4 casi per 100.000 persone per anno ma, essendo una malattia tipica dell’età avanzata, può arrivare anche a circa 10 casi per 100.000 persone per anno nella popolazione al di sopra dei 65 anni, che rappresenta il 70% dei casi totali. Si stimano poco più di 2.000 nuovi casi di leucemia mieloide acuta ogni anno in Italia: 1.200 tra gli uomini e 900 tra le donne. Questa malattia è, infatti, più comune negli uomini che nelle donne e negli adulti con più di 60 anni. Risulta poco frequente prima dei 45 anni e nel nostro Paese rappresenta il 13% delle leucemie tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni. In Italia la sopravvivenza netta a 5 anni diagnosi è del 20% e risulta superiore a quella che si osserva in Europa, dove risulta del 17%.
Quali sono i fattori di rischio?
Molteplici sono i fattori di rischio, alcuni dei quali legati ai comportamenti del singolo e altri dovuti all’ambiente.
Tra questi:
- Fumo di sigaretta;
- Esposizione a determinate sostanze chimiche, come il benzene e i suoi derivati, utilizzati nell’industria chimica e nelle raffinerie;
- Alcuni trattamenti oncologici, come i farmaci alchilanti e quelli a base di platino utilizzati per la chemioterapia e le radiazioni usate nella radioterapia.